Lessico dello stress

Cos’è lo stress?

Definizione di stress

Per stress s’intende un fenomeno persistente che il soggetto interessato percepisce come disequilibrio tra le esigenze che deve soddisfare e le risorse o possibilità di cui dispone. Questo disequilibrio, vissuto come qualcosa di sgradevole, può avere conseguenze assai negative per la salute. In questo contesto ci riferiamo a quel tipo di stress di lunga durata che fa ammalare e blocca le risorse naturali dell’uomo, che ne riduce le prestazioni e, di conseguenza, si riflette negativamente sull’azienda in cui lavora. Lo stress si manifesta quando il soggetto sente

  • di non poter più gestire positivamente certi influssi e
  • risolvere i suoi problemi.

Come gestire lo stress

Di fronte a tensioni e disequilibri tra esigenze e risorse, l’uomo può sostanzialmente reagire in due modi.

  • Adeguandosi alle esigenze, ad esempio lavorando più a lungo per sbrigare un compito
  • definendo diversamente le sue priorità
  • acquisendo il sapere necessario.

Cambiando le esigenze, ad esempio

  • convincendo il suo superiore ad affidare il compito ad un’altra persona o
  • a concedergli più tempo.

L’obiettivo di ogni adeguamento è quello di ridurre i disequilibri e di ripristinare un rapporto equilibrato tra se stessi e l’ambiente circostante.

Reazioni allo stress

A questo disequilibrio – vissuto come qualcosa di minaccioso e non influenzabile – l’uomo può reagire,

  • a livello fisico, attraverso la secrezione di ormoni, l’ipertensione, l’aumento della frequenza cardiaca,
  • a livello mentale, fissando la sua attenzione su questa «minaccia»,
  • a livello psichico, attraverso sensazioni di smarrimento, incertezza e paura
  • e – sul piano del comportamento – attraverso la fuga, l’irrigidimento o il contrattacco.

La reazione dell’organismo è di per sé un processo ragionevole, teso a mettere il soggetto nella condizione di ristabilire velocemente l’equilibrio perso. Con il tempo però l’uomo può ammalarsi sul piano fisico, emotivo o mentale.

Sintomi dello stress

Sintomi fisici

  • Mal di testa
  • Sudorazione eccessiva a mani, ascelle, viso e torso (senza esercizio fisico)
  • Secchezza della gola o della bocca
  • Riduzione della capacità percettiva (vista o udito)
  • Stanchezza generale
  • Rapida sensazione di esaurimento
  • Disturbi del sonno
  • Dolori allo stomaco e disturbi digestivi
  • Problemi respiratori
  • Frequenza cardiaca elevata, palpitazioni, dolori cardiaci
  • Problemi di circolazione
  • Vertigini
  • Problemi vascolari, mani e piedi freddi
  • Disturbi sessuali
  • Aumento generale dei problemi di salute e delle malattie di ogni genere

Sintomi psichici ed emotivi

  • Insoddisfazione generale
  • Nervosità, irritabilità, impazienza, ipersensibilità
  • Rabbia, aggressività
  • Pessimismo, spossatezza, depressione
  • Sensazione di non farcela
  • Insicurezza in se stessi
  • Perplessità

Sintomi cognitivi

  • Difficoltà di concentrazione, pensieri divaganti
  • Smemoratezza
  • Difficoltà di decisione
  • Prospettive a corto termine o limitate, mancanza di progetti a lungo termine
  • Avversione nei confronti di cose e situazioni nuove

Sintomi comportamentali

  • Problemi di comunicazione, tensioni, liti, mobbing
  • Sfiducia generale, invidia, gelosia
  • Riduzione della capacità di lavorare in gruppo, isolamento sociale
  • Aumento di infortuni e incidenti
  • Calo del rendimento
  • Rinuncia a pause, lavoro nel tempo libero, dipendenza dal lavoro
  • Fenomeno del «presentismo»
  • Alimentazione malsana, mancanza di movimento
  • Dipendenze (alcol, nicotina, droghe)
  • Piccoli furti, vandalismo
  • Apatia, servizio secondo le norme
  • Frequenti assenze in generale o per malattia
  • Fluttuazione

Malattie dovute a stress

Oltre ai sintomi di cui sopra, lo stress cronico può causare gravi malattie, ossia:

  • malattie cardiovascolari,
  • malattie gastrointestinali,
  • diabete,
  • malattie scheletriche e muscolari,
  • depressioni e stati di ansia.

In questo contesto si parla spesso di burnout. Questo termine descrive uno stato generale di sfinimento. Non si tratta di una malattia psichica riconosciuta, bensì del rischio strisciante di ammalarsi psichicamente o fisicamente. Inizia spesso con un enorme impegno e una grande prestazione lavorativa che più tardi finisce però in uno sfinimento totale. In genere il fenomeno non viene avvertito dalla persona interessata. Il burnout è spesso riconducibile a una costellazione di fattori negativi, ossia a forte stress sul posto di lavoro, all’incapacità di gestirlo adeguatamente e alla mancanza di riposo e ricreazione. Benché non esista una definizione condivisa del termine, il fenomeno è caratterizzato da tre fattori:

  • sfinimento emotivo: considerato il fattore principale, si riferisce a una sensazione di spossatezza emotiva, fisica e mentale. Le persone interessate si sentono completamente prive di energia;
  • cinismo o disinteressamento: fattore che descrive un atteggiamento di indifferenza o distanza nei confronti del lavoro (clienti, pazienti, rinuncia al lavoro, ecc.);
  • calo del rendimento personale: sensazione di essere sempre meno all’altezza della situazione nonostante il grande impegno. Viene meno la fiducia nei propri mezzi.

Cause dello stress e risorse

Fattori di stress dovuti al lavoro

I compiti di lavoro

I compiti da sbrigare possono causare stress, soprattutto se sono troppi o troppo difficili. L’azienda ne dovrebbe tener conto.

Esigenze

L’insorgere dello stress dipende fortemente da come si gestiscono le esigenze che un’attività lavorativa contiene.

Sovraccarico quantitativo

Quando la quantità di lavoro è eccessiva non può essere smaltita neppure con un impegno straordinario. La continua pressione delle scadenze impedisce che siano fornite prestazioni ideali in termini sia quantitativi che qualitativi.

Lavoro troppo esigente

Quando, in termini qualitativi, gran parte del lavoro supera il livello di qualifica della persona a cui è stato affidato.

Esigenze contradditorie

Un esempio di esigenza contradditoria può essere la direttiva di ridurre al minimo le risorse massimizzando contemporaneamente la qualità.

Esigenze unilaterali

Quando i compiti si limitano

  • alla preparazione o
  • all’esecuzione o
  • al controllo dei lavori.

Esigenze poco variate

  • Attività fortemente ripetitive o brevi (brevi tappe lavorative isolate)
  • Lavori monotoni

 

Esigenze mentali eccessive

(Forte concentrazione e attenzione)

  • Troppe informazioni e segnali da elaborare contemporaneamente
  • Pessima qualità delle informazioni fornite
  • Informazioni lacunose

Esigenze emozionali eccessive

  • Dover mostrare emozioni che non corrispondono al proprio stato d’animo (per esempio doversi mostrare gentili e sorridenti nelle professioni dei servizi, nell’interazione con clienti difficili, nella gestione dei reclami, nella comunicazione di messaggi negativi, nel controllo dei titoli di trasporto).
  • Dover interagire con persone sofferenti (servizi sociali, cura).
  • Essere esposti a minacce e violenze.
  • Assumere la responsabilità per persone o avvenimenti.

Esigenze fisiche eccessive

  • Malposizione del corpo
  • Lavori fisici molto impegnativi e faticosi
  • Esigenze molto elevate a livello di percezione (vista, udito, tatto, precisione)

Lavori pericolosi (pericolo di incidenti)

Sono particolarmente logoranti i lavori che richiedono un’elevata concentrazione in situazioni in cui un eventuale errore avrebbe conseguenze gravi.

Compiti illegittimi

Un compito è considerato illegittimo quando la persona ritiene che non lo si possa pretendere da lei. Si distinguono due forme:

  • Si parla di compiti «non pretendibili» quando la persona che dovrebbe eseguirli ritiene che se ne dovrebbe occupare qualcun’altro dato che non rientrano nella suo ruolo professionale.
  • Si parla di compiti inutili quando la persona che dovrebbe eseguirli ne mette in dubbio l’utilità (per esempio. se una segretaria deve registrare due volte di fila gli stessi dati perché i sistemi informatici sono incompatibili tra di loro).
  • Questi compiti costituiscono una latente mancanza di rispetto nei confronti della persona che deve eseguirli, compromettendone l’autostima. Ciò può provocare stress.

Compiti troppo semplici

Anziché rappresentare una sfida ed essere motivanti, i compiti troppo semplici in termini sia quantitativi sia qualitativi danno adito a noia e svogliatezza.

Organizzazione del lavoro

Il modo in cui il lavoro è organizzato ha un’incidenza sugli oneri e sull’energia necessari per svolgerlo. I problemi nell’organizzazione del lavoro possono riguardare:

  • gli orari di lavoro,
  • le strutture aziendali
  • i processi,
  • le qualifiche,
  • i fastidi quotidiani sul posto di lavoro,
  • la comunicazione.

Orari di lavoro

  • Orari troppo lunghi
  • Lavoro nel tempo libero (reperibilità permanente)
  • Turni sfavorevoli, lavoro notturno o durante il fine settimana
  • Numerosi straordinari, giorni di vacanza non fatte
  • Orari di lavoro rigidi o fortemente variabili
  • Orari imprevedibili, lavoro a chiamata.

Regolamenti e strutture operativi

  • Competenze, responsabilità e punti d’incontro poco chiari
  • Compiti poco chiari o contradditori (per esempio raggiungere un elevato grado di soddisfazione della clientela senza disporre delle necessarie competenze decisionali)
  • Schede descrittive del lavoro mancanti o irrealistiche, strumenti di lavoro inadeguati o risorse insufficienti
  • Mancanza di prescrizioni in caso di conflitti, nessun interlocutore confidenziale.

Processi di lavoro

  • Suddivisione del lavoro esagerata: il lavoro è suddiviso in piccole tappe isolate, mancanza di fasi di lavoro “intere” e significative
  • Frequenti interruzioni e disturbi.
  • Lavoro imprevedibile e non pianificabile, quantità di lavoro fortemente fluttuante, interdipendenze che ostacolano l’esecuzione dei propri compiti.

Qualifiche

  • Lavori troppo esigenti: mancanza di un avviamento al lavoro, direttive superficiali o insufficienti, scarse possibilità di perfezionamento professionale.
  • Lavori troppo semplici: la persona interessata non può mettere a frutto le proprie competenze e abilità o lo può fare soltanto in misura insufficiente.

Fastidi quotidiani sul posto di lavoro

Sono spesso i piccoli disturbi insignificanti che, nella loro somma o nel corso del tempo, possono far traboccare il vaso, ad esempio:

  • strumenti di lavoro malfunzionanti (p. es. software),
  • piccoli attriti,
  • strumenti di lavoro che non si trovano al loro posto,
  • risposte tardive a domande rivolte a colleghi o superiori.

Comunicazione

  • Su determinate questioni aziendali e lavorative essenziali (p. es. cambiamenti) i collaboratori vengono informati male, in modo incompleto o tardivo.
  • I collaboratori non vengono integrati nei processi di cambiamento in funzione del loro livello né coinvolti nei processi di sviluppo.
  • La comunicazione funziona soltanto a senso unico, dall’alto verso il basso.
  • Mancanza di dialoghi veri e propri o estrema difficoltà di realizzarli.
  • Impossibilità di tematizzare problemi e conflitti.
  • Canali di comunicazione poco trasparenti.

Clima di lavoro

Una collaborazione malfunzionante e una cultura aziendale inadeguata gravano sul clima di lavoro.

Collaborazione

  • Non vi è né il tempo né lo spazio per curare i contatti con gli altri collaboratori.
  • Mancano o non vengono promossi la considerazione ed il sostegno.
  • L’egoismo viene premiato: «Il mio ambiente di lavoro non m’interessa. Basta che io stia bene!»
  • I conflitti rimangono irrisolti e vengono ignorati.
  • Punzecchiature, intrighi e mobbing si manifestano liberamente senza che nessuno intervenga.
  • Isolamento sociale, p. es. a causa di posti di lavoro isolati.
  • Emarginazione sociale, p. es. quando un collaboratore non viene invitato ad andare in pausa.
  • Troppi contatti sociali portano ad un’esondazione, per cui viene meno il tempo di eseguire le proprie attività lavorative.

Cultura aziendale

  • Vengono trascurati valori come il rispetto, la lealtà, la franchezza e la trasparenza.
  • Le infrazioni ai valori fondamentali non vengono né punite né corrette.
  • La critica viene repressa.
  • Determinate persone o gruppi di persone vengono trattate ingiustamente (discriminazioni a causa del sesso, dell’età, della religione, ecc.).

Direzione

Le carenze gestionali sono spesso causa di stress sul posto di lavoro, per esempio quando manca l’apprezzamento, le valutazioni sono ingiuste o il superiore non interviene a difesa dei suoi collaboratori in caso di conflitti.

Comportamento della dirigenza

  • I superiori si comportano in modo autoritario, irrispettoso e non coinvolgono i collaboratori.
  • I superiori agiscono senza un chiaro approccio e senza imporre chiari limiti, non prendono posizione in modo esplicito e non intervengono sull’andamento delle cose (atteggiamento «laissez-faire»).
  • In caso di bisogno i superiori non forniscono assistenza e non intervengono a difesa dei loro collaboratori.
  • I superiori bloccano le proposte e le critiche dal basso.

Valutazione

  • Le buone prestazioni non vengono riconosciute né tantomeno premiate.
  • I feedback vengono espressi soltanto per criticare («Se non dico niente significa che è tutto a posto!»).
  • La maggior parte dei collaboratori ritiene che lo stipendio sia inadeguato o addirittura ingiusto.
  • I sistemi e le procedure di valutazione non sono trasparenti e le valutazioni incomprensibili.

Possibilità di sviluppo

  • I collaboratori non vengono sufficientemente preparati per i loro compiti.
  • Mancano prospettive di sviluppo e relative strategie.
  • Mancanza di supporto in caso di ristrutturazioni e cambiamenti organizzativi.

Contesto lavorativo

Anche i fattori esterni che caratterizzano il posto di lavoro possono essere causa di stress.
  • Anche gli influssi esterni quali il rumore, i cattivi odori, le correnti d’aria, il freddo, il caldo o l’illuminazione inadeguata (abbagliamenti, riflessi) possono produrre effetti negativi in quanto costringono a un dispendio di risorse superiore al dovuto.
  • L’impostazione inadeguata del posto di lavoro in termini ergonomici oppure la mancanza o l’eccesso di spazi possono anch’essi favorire lo stress.

Equilibrio tra lavoro e vita privata

L’equilibrio tra attività lavorativa e vita privata può risultare seriamente compromesso se le esigenze del lavoro sono tali da gravare sulla vita privata. Il lavoro, visto come fonte di entrate materiali, viene spesso posto al di sopra di tutto il resto. Il fatto di essere sovraccaricati di lavoro incide sul tempo e sull’energia che si potrebbero dedicare alle attività del tempo libero, portando a situazioni critiche all’interno della famiglia, dei rapporti di coppia o della propria cerchia di amici. Per mantenere un sano equilibrio è importante prendersi il tempo per curare le proprie relazioni sociali, fare movimento, nutrirsi correttamente e dedicarsi ad attività ricreative. A corto termine si può dare la priorità al lavoro, ma a medio e lungo termine no. Sussiste il rischio, infatti, che le «batterie» vengano ricaricate sempre di meno. Ciò può ripercuotersi negativamente sulla vita privata, ma anche sul proprio rendimento sul lavoro. Trovare il giusto equilibrio, dunque, aiuta anche a mantenere un buon rendimento sul posto di Lavoro.

Risorse lavorative

Margini di manovra

Disporre di ampi margini di manovra nel gestire il proprio lavoro è un fattore che può contrastare lo stress. Questi margini di manovra possono concernere:

  • la ripartizione del tempo di lavoro e delle pause,
  • i metodi e le procedure di lavoro (come eseguire il proprio lavoro),
  • l’ordine delle attività, il ritmo lavorativo ed il carico di lavoro,
  • l’essere coinvolti nelle decisioni concernenti l’organizzazione del lavoro

Sostegno sociale

Il sostegno sociale, come ad esempio l’aiuto da parte dei colleghi di lavoro o del superiore, è particolarmente importante in situazioni difficili e stressanti. Da un lato si tratta di aiuto concreto, materiale o professionale, dall’altro di coinvolgimento emotivo come l’ascolto o l’essere vicini. Per sostegno sociale s’intendono gli aiuti concreti, tangibili e specialistici, ma anche l’interessamento emozionale che si manifesta nella disponibilità dei colleghi a prestare ascolto ed essere vicini alla persona interessata.

Riconoscimento e valorizzazione

Il riconoscimento è una risorsa importante che può manifestarsi nella lode espressa dal superiore per un lavoro impeccabile o straordinario, nel rispetto delle proprie competenze o nel coinvolgimento in decisioni importanti. È una delle risorse lavorative più importanti e contribuisce in misura sostanziale al benessere sul posto di lavoro.

Cause di stress personali e private

Avvenimenti particolarmente incisivi

  • Gravi malattie, decesso di una persona vicina
  • Grave malattia personale
  • problemi di coppia, liti o separazione
  • Ripercussioni causate da problemi lavorativi come una disdetta o un licenziamento
  • Problemi finanziari

Fastidi quotidiani

Sono spesso i fastidi apparentemente piccoli che a lunga durata ed accumulandosi fanno «traboccare il vaso», ad esempio:

  • oggetti che non si trovano al loro posto, p. es. occhiali da lettura, caricabatteria, telefonino, ecc.,
  • ritardi negli appuntamenti,
  • piccoli, ma persistenti attriti a livello familiare o con i vicini.

Aspettative nei nostri conforti

Oltre al nostro ruolo professionale rivestiamo, nella vita privata, diversi altri ruoli. Possiamo ad esempio essere partner, padri o madri, colleghi, presidenti di un’associazione o membri di una commissione scolastica. Tutti questi ruoli comportano una serie di aspettative, che in determinate situazioni possono risultare eccessive, ad esempio quando:

  • sono troppe o troppo elevate,
  • sono incompatibili tra di loro, per cui non possiamo soddisfarle contemporaneamente,
  • sono poco chiare e ci rendono insicuri.

Rapporti sociali

I problemi nelle relazioni sociali possono essere “divoratori di energia” e cause significative di stress:

  • problemi di coppia come il progressivo allontanamento reciproco o le continue liti, ecc.;
  • perdita di amicizie;
  • mancanza di interlocutori a cui affidare le proprie preoccupazioni e incertezze;
  • solitudine e isolamento

Equilibrio tra vita privata e lavorativa

L’equilibrio tra vita privata e lavorativa può risultare sensibilmente perturbato, ad esempio se nella vita privata sussistono aspettative troppo elevate (figlio malato, «necessità» di non perdersi una sola festa, conflitti di ruolo) che con il tempo si ripercuotono negativamente sul riposo e sullo stato d’animo, pregiudicando non soltanto il rendimento sul lavoro, ma anche la qualità di vita in generale.

Risorse personali

Fiducia nelle proprie capacità

La fiducia di poter cambiare qualcosa da soli (anche definita «autoefficacia») è una risorsa molto preziosa. Si tratta in sostanza della convinzione di poter gestire con successo situazioni e sfide diverse. La sfiducia nelle proprie capacità, d’altronde, può provocare stati d’ansia e trattenerci dal compiere azioni sensate.

Ottimismo

Gli ottimisti confidano nella loro capacità di poter cambiare qualcosa e contano su un contesto sociale benevolo nei loro confronti. Sono queste le premesse ideali per affrontare un problema in modo attivo e gestirlo a lungo termine. Da un tale approccio gli ottimisti traggono emozioni positive. Essere ottimisti significa, in sostanza, confidare nella possibilità di un cambiamento positivo.

Resilienza

La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità della vita. In situazioni difficili le persone resilienti attingono alle loro risorse personali o contestuali. Sono fiduciose, proseguono sul loro cammino, sono aperte di fronte alle novità, procedono in modo mirato e a piccoli passi e hanno un approccio risolutivo. Interagiscono con altre persone e partecipano attivamente ai processi di cambiamento.

Cura dei rapporti sociali

Intrattenere buoni rapporti sociali promuove il benessere. Vivere situazioni nuove insieme ad altre persone è più appagante che rimanere soli. L’interazione con gli altri amplia i nostri orizzonti e può essere d’aiuto anche in situazioni difficili. I buoni contatti sociali sono una fonte di energia. Esistono di regola due forme di sostegno: gli aiuti materiali (p. es. fornire informazioni, alleviare il lavoro, prestare soldi) e gli aiuti emotivi (prestare ascolto, essere vicini, ecc.).

Gestione dello stress

La capacità e l’abilità di gestire lo stress figurano tra le risorse personali più importanti. Gestione dello stress orientata ai problemi: se ritieni di poter combattere lo stress alla fonte, fallo (puoi allestire piani, definire priorità, delegare compiti)! Gestione dello stress orientata alle emozioni: se non credi nella possibilità di poter debellare lo stress alla fonte, impara a gestire le tue emozioni (paure, rabbia, timori): respira profondamente e relativizza, rilassati e investi le tue forze in progetti promettenti.

Misure di riduzione dello stress

Misure personali

Cambiare modo di pensare e impostazione mentale

Vi sono attività che producono stress al solo pensarci. Proprio in questi casi, che variano fortemente da persona a persona, conviene rimanere calmi e cercare di affrontare i problemi con spirito positivo anziché focalizzarsi su pensieri negativi. Alcuni consigli Sul posto di lavoro vale la pena affrontare le sfide con volontà die creare ed una certa porzione di ottimismo. I seguenti aspetti possono essere importanti:

  • Perché l’attività è tanto stressante? Non sono forse i miei pensieri a essere un po’ «esagerati»?
  • Sono le esigenze esterne a stressarmi o forse le mie personali (esagerate)?
  • Non mi conviene forse suddividere il problema in tanti piccoli «sottoproblemi» e pensare poi a come affrontarli (procedura concreta, cercare aiuto)?
  • Definisco obiettivi (parziali) concreti, raggiungibili e verificabili?
  • Rifletto sul senso dell’attività da svolgere?
  • Presto attenzione ai feedback e cerco di mettere a frutto quelli positivi?
  • Prendo atto dei miei successi e mi «autoricompenso»?
  • Considero gli errori e le distrazioni dai miei obiettivi come un’opportunità di apprendimento?
  • Faccio una cosa alla volta?
  • Memorizzo le cose che hanno funzionato e quelle che non hanno funzionato?

Risolvere problemi e conflitti

I problemi e i conflitti irrisolti possono causare forte stress. Continuano ad occuparci, ci distolgono e ci opprimono mentalmente. I problemi possono essere risolti nel modo seguente:

1° passo: percepire e descrivere il problema

Rispondi alle seguenti domande:

  • Come percepisco il problema?
  • Quali sono, secondo me, le sue cause?
  • Chi vi è coinvolto?
  • Come la vedono le persone del mio contesto?

2° passo: definire gli obiettivi

  • Cosa voglio cambiare di concreto?
  • Come dev’essere la situazione una volta risolto il problema?

3° passo: cercare soluzioni

  • Raccogli le proposte e le idee più diverse, anche quelle apparentemente impossibili.
  • Non limitarti a scegliere la soluzione più ovvia e non lasciarti fuorviare dai pregiudizi.
  • Cerca eventualmente di trovare una soluzione dialogando con altre persone.

4° passo: valutare e decidere

  • Valuta le idee in base ai tuoi criteri (vantaggi e svantaggi, importanza soggettiva, fattibilità, ecc.).
  • Quali sono i fattori che puoi influenzare e quali no?
  • Scegli la soluzione migliore.

5° passo: pianificare e realizzare

  • Come intendi procedere e in quale ordine (pianificare)?
  • Metti in atto ciò che hai pianificato.
  • Non lasciarti demoralizzare troppo in fretta da eventuali ostacoli o resistenze.

6° passo: concludere e valutare

  • Quali sono i risultati?
  • Se la soluzione non ti convince: che cosa è andato storto?

Gestire meglio il proprio tempo

Se non trovi mai il tempo di occuparti delle faccende che dovresti e vorresti sbrigare, a tutto svantaggio del tuo tempo libero, della famiglia e delle vacanze, allora ti conviene riflettere sul modo in cui gestisci il tuo tempo, ad esempio in base alle seguenti domande:

  • Quali sono le cose che non ho mai tempo di fare?
  • Perché?
  • Devo essere proprio sempre presente? Cosa succederebbe senza di me? Non basterebbe chiedere informazioni, porre domande mirate e fidarsi degli altri
  • Cos’è veramente importante? Perché?
  • Faccio cose che in realtà dovrebbero fare gli altri? Se sì, perché? Lo faccio perché non so difendermi o perché mi mancherebbe qualcosa se non lo facessi?
  • So dire di no? In caso negativo, perché?
  • Ho riservato del tempo per eventuali imprevisti?
  • Mi prendo il tempo necessario per riflettere prima di agire (pericolo di «attivismo»)?
  • Come gestisco le interruzioni? Ho previsto periodi in cui lavorare indisturbato?
  • Riesco a portare a termine le cose che inizio o smetto a metà per cominciare qualcosa di nuovo?
  • Tendo a rimandare certe attività? Cosa mi trattiene dall’affrontarle subito?
  • Ho il controllo sulle mie attività e sui miei problemi?
  • Il mio lavoro dev’essere sempre perfetto? Non basterebbe sbrigarlo «bene»?
  • Faccio le cose giuste? So distinguere le cose importanti (che richiedono tempo e devo sbrigare io stesso) dalle cose urgenti (che vanno fatte subito e possono essere delegate)?

Rilassamento

Corpo, anima e mente sono entità strettamente connesse che si influenzano a vicenda.

Rilassarsi mediante appositi esercizi

Il rilassamento fisico è una premessa essenziale per prevenire e ridurre lo stress.

  • Esercizi di respirazione
  • Rilassamento muscolare
  • Training autogeno

Rilassarsi attraverso il movimento

Il movimento contribuisce al rilassamento e promuove l’equilibrio in modo essenziale.

  •  Se non riesci a risolvere un problema o a prendere una decisione può essere utile fare una passeggiata o anche solo prendere una boccata d’aria fresca.
  • Chi lavora tutto il giorno seduto dovrebbe alzarsi e muoversi almeno una volta all’ora.

Mantenersi in forma

Essere fisicamente in forma contribuisce a prevenire o ridurre lo stress. Bisognerebbe fare sforzi fisici almeno una volta alla settimana (corse, lunghe passeggiate, nuoto o ogni altra forma di allenamento sportivo).

Alimentazione

Un’alimentazione equilibrata aiuta a smaltire meglio lo stress. Conviene attenersi alle prescrizioni della piramide alimentare. Consigli generici:

  • Bevi almeno 1-2 litri di bevande non zuccherate e non alcoliche (p. es. acqua o tisane) al giorno.
  • Dai la precedenza ai prodotti genuini, non raffinati (p. es. verdure, insalate, frutta, pane integrale, fiocchi d’avena, patate) che favoriscono la digestione con una quantità sufficiente di fibre alimentari.
  • Ciascuno dei tre pasti dovrebbe apportare al corpo una dose sufficiente di proteine (p. es. latte, latticini, uova, carne, pesce o leguminose). La carne andrebbe mangiata al massimo 4 volte alla settimana.
  • Usa oli vegetali di buona qualità (p. es. olio di colza o d’oliva).

Misure aziendali

Pianificare le attività lavorative

Nel pianificare le attività lavorative ti consigliamo di fare attenzione ai seguenti punti:

  • Evitare oa sovraffaticamento ed il sottoutilizzo quantitativo e qualitativo o adattare i compiti alle capacità dei dipendenti.
  • Pianifica il lavoro e le scadenze in modo realistico.
  • Evita di formulare pretese o istruzioni contraddittorie o poco chiare. Assicurati che i tuoi collaboratori sappiano quali sono le tue aspettative nei loro confronti.
  • Cerca di affidare compiti svariati.
  • Cerca di organizzare i lavori in modo tale che per eseguirli siano richieste capacità e abilità diverse.
  • Evita di affidare lavori fortemente ripetitivi o di organizzare le attività in tappe di lavoro brevi e isolate.
  • Estendi la varietà di compiti dei singoli collaboratori («job enrichment») con relativo sviluppo delle competenze e delega loro nuove responsabilità. Assicurati che acquisiscano le conoscenze necessarie e concedi loro il tempo necessario per svilupparsi.
  • Fai in modo che possano sbrigare l’intero lavoro, dalla pianificazione alla verifica finale.

Organizzare il lavoro

Nell’organizzare il vostro lavoro fai attenzione a quanto segue:

  • Controlla e, se necessario, rielabora le descrizioni dei lavori e delle funzioni.
  • Per evitare perdite di tempo e «perdite per attrito», controlla e perfeziona regolarmente l’organizzazione, i processi, gli strumenti e le tecniche di lavoro.
  • Riduci le interruzioni (nei limiti del possibile e del ragionevole) ad esempio introducendo blocchi di «lavoro indisturbato».
  • Introduci o rafforza i processi lavorativi di gruppo.
  • Provvedi a sfatare il mito dei tempi di lavoro esageratamente lunghi («Solo chi è disposto a lavorare la sera e nei weekend dimostra di prendere sul serio il suo lavoro»).

Gestire il clima di lavoro

Nel gestire il clima di lavoro fai attenzione a quanto segue:

  • Dai importanza al rispetto, alla lealtà, alla schiettezza e alla trasparenza. Le infrazioni a questi valori vanno punite.
  • I comportamenti irrispettosi e gli abusi (p. es. il mobbing o certe allusioni sessuali) vanno stroncati sul nascere.
  • Promozione mirata della collaborazione (promozione di uno spirito di gruppo).
  • Promuovere il rispetto e il sostegno reciproco.
  • I conflitti vanno tematizzati e gestiti in maniera costruttiva.
  • Concedere il tempo necessario per scambi e relazioni sia formali sia informali.

Perfezionare lo stile gestionale

Fate attenzione ai seguenti punti della vostra leadership e date il buon esempio (siate un modello di riferimento):

  • Prendi sul serio i carichi di lavoro eccessivi e intervieni per ridurli (niente giornate lavorative di 10 ore e niente informazioni ai collaboratori al termine della loro giornata lavorativa).
  • Provvedi a stabilire un equilibrio tra vita lavorativa e privata e fai in modo che i collaboratori possano beneficiare di periodi di riposo sufficientemente lunghi.
  • Fai partecipare i collaboratori ai principali aspetti del lavoro.
  • Verifica se le prescrizioni e le direttive vigenti sono ancora adeguate e opportune.
  • Svolgi regolarmente colloqui con i collaboratori per verificare i loro progressi sul lavoro (non soltanto una volta all’anno).
  • Gestisci i tuoi collaboratori per obiettivi, ponendo un particolare accento su obiettivi esigenti, ma realistici.
  • Delega competenze e responsabilità in ambiti ben definiti.
  • Prendi sul serio eventuali lamentele concernenti lo stress o altri disturbi.
  • Risolvi gli eventuali conflitti con un approccio orientato alla collaborazione.
  • Esprimi feedback costruttivi.
  • Esprimi la tua stima nei confronti dei collaboratori.
  • Accetta le loro critiche e obiezioni.
  • Gestisci e promuovi i tuoi collaboratori in base ai loro potenziali.
  • Perfeziona e sviluppa costantemente le tue capacità gestionali.

Ottimizare il contesto lavorativo

Questi gli elementi che contribuiscono a ottimizzare l’ambiente di lavoro:

  • Seguire gli aspetti di sicurezza
  • Rispettare i principi ergonomici: rumore, colloqui e telefonate che distraggono, luce, temperatura, odori, correnti d’aria
  • Assicurarsi che lo spazio disponibile sia sufficientemente ampio
  • predisposizione di sale relax

Ostacoli tipici

Ostacoli e resistenze esterni

  • Mancanza di un’analisi accurata della situazione vigente
  • Ripresa di un «programma standard» inadatto alla situazione aziendale
  • Comunicazione inefficiente e sfiducia in azienda
  • Mancanza di un chiaro impegno da parte dell’azienda e dei suoi quadri dirigenti
  • Mancanza di tempo, di risorse personali o finanziarie
  • Obbligo di partecipare alle misure d’intervento (p. es. corsi di prevenzione dello stress)
  • Scarsa partecipazione dei collaboratori
  • Cultura aziendale inerte e resistente ai cambiamenti
  • Scarsa capacità di resistenza da parte dei responsabili e dirigenti
  • Individualizzazione dei problemi (ricerca di colpevoli).

Resistenze interne

  • scarsa energia o coraggio di attivarsi
  • atteggiamento pessimista (tanto comunque non posso cambiare nulla)
  • paura dei conflitti e del confronto
  • valutazione troppo ottimistica di se stessi (lo faccio “a occhi chiusi”)
  • un allentamento prematuro degli sforzi prima che le misure abbiano avuto effetto

Esistono diverse misure per superare ostacoli e resistenze. I maggiori fattori di successo in tal senso sono:

  • promozione di uno spirito di comune impegno da parte di tutti i soggetti interessati: management, direzione e collaboratori
  • inserimento delle misure da attuare nella vita quotidiana e nelle attività aziendali
  • opportuna e regolare condivisione di informazioni trasparenti sull’andamento dei progetti
  • formazione di persone all’interno dell’organizzazione che seguano il processo e lo radichino all’interno dell’azienda a lungo termin
  • promozione di una rete di scambio tra i diversi team e reparti dell’azienda
  • sostegno da parte di consulenti esterni che aiutino a individuare aspetti poco chiari

Per prevenire lo stress in maniera sostenibile vanno create le seguenti condizioni:

  • le misure e le rispettive modalità di attuazione devono essere coerenti con la cultura e la strategia dell’azienda e devono risultare credibili ai collaboratori
  • garanzia di impegno da parte dei decisori dell’azienda rispetto agli obiettivi di prevenzione dello stress, della volontà di ottenere cambiamenti
  • scelta del momento giusto per attuare le misure
  • piano di prevenzione dello stress ed impegno a lungo termine

Link a tematiche correlate o a siti web alternativi dedicati al tema dello stress nel mondo

Link a istituzioni in Svizzera

Rapporti scientifici